Aspettative e Schemi
in Musica

Perché abbiamo aspettative quando ascoltiamo musica?

Scopriamo insieme!

La nostra valutazione della musica è intimamente correlata alla nostra capacità d'imparare la struttura basilare di quella che ci piace - l'equivalente della grammatica nelle lingue orali e nel linguaggio dei segni - e di formulare delle previsioni su ciò che accadrà.


La musica è suono organizzato, ma l'organizzazione deve possedere una certa dose d'imprevisto, altrimenti risulterà emotivamente piatta e robotica.

I compositori conoscono le nostre attese e decidono deliberatamente quando soddisfarle e quando no.

Le varie sensazioni ed emozioni che sperimentiamo con la musica dipendono dal fatto che le nostre aspettative sono state manipolate da un abile compositore e dai musicisti che interpretano la sua opera.


Gli schemi musicali cominciano a formarsi nel grembo materno e vengono elaborati, corretti e arricchiti ogni volta che ascoltiamo musica.

Il nostro schema per la musica occidentale include la conoscenza implicita delle scale normalmente usate.

Ecco perché la musica indiana o pachistana, ad esempio, ci sembra "strana" la prima volta che la sentiamo. Non è strana per gli indiani e i pachistani, e neppure per i neonati (o perlomeno non più strana di qualsiasi altra musica). Può sembrare ovvio, ma ci suona strana perché incoerente con quel che abbiamo imparato a chiamare musica.

Già all'età di cinque anni i bambini sanno ormai riconoscere le successioni di accordi della musica della loro cultura: si stanno formando degli schemi.


Sviluppiamo schemi per generi e stili musicali particolari; stile è semplicemente sinonimo di ripetizione. Gli schemi possono essere considerati come un'estensione della memoria.

Da ascoltatori, sappiamo riconoscere qualcosa che abbiamo già sentito e se l'abbiamo sentito nello stesso pezzo o in un altro.

L'ascolto della musica richiede la capacità di trattenere nella memoria le note appena sentite, oltre a tutte le altre musiche a noi familiari che si avvicinino allo stile di quel che stiamo ascoltando al momento.

Quest'ultimo ricordo può non avere lo stesso livello di risoluzione o la stessa nitidezza delle note appena sentite, ma è necessario a stabilire un contesto per le note che stiamo ascoltando.

Tra i principali schemi che sviluppiamo c'è un vocabolario di generi e stili, così come di epoche (ad esempio la musica anni Ottanta suona diversa da quella degli anni Venti), ritmi, progressioni di accordi, la struttura del brano, la durata di una canzone e quali note seguono certe altre.


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Fonte: Daniel J. Levitin - Fatti di Musica