La Musica
nella Testa

Come funziona il nostro cervello quando deve percepire la musica o quando suoniamo?

Scopriamo insieme!

L'attività musicale coinvolge quasi ogni regione del cervello a noi nota e quasi ogni sottosistema neurale.


Aspetti diversi della musica vengono gestiti da regioni neurali differenti: per elaborare la musica, il cervello adotta la "segregazione funzionale" e impiega un sistema di rilevatori il cui compito consiste nell'analizzare aspetti specifici del segnale musicale, come pitch (l'altezza dei suoni), tempo, timbro e via dicendo.


Parte dell'elaborazione musicale ha dei punti in comune con le operazioni necessarie ad analizzare altri suoni; per capire un discorso, ad esempio, ci è richiesto di segmentare una raffica di suoni in parole, frasi e periodi, e di cogliere sfumature come il sarcasmo.


Sono molte le dimensioni di un suono musicale che vanno analizzate - di solito grazie a processi neurali semi-indipendenti - e poi riunite a formare una rappresentazione coerente di quel che stiamo ascoltando.

L'ascolto della musica comincia dalle strutture subcorticali - cioè sottostanti la corteccia: i nuclei cocleari, il tronco encefalico, il cervelletto - e poi sale verso la corteccia uditiva dei due emisferi cerebrali.


Cercare di seguire una musica a voi nota - o almeno in uno stile a voi familiare, che sia il barocco o il blues - coinvolge ulteriori regioni del cervello, compreso l'ippocampo - il nostro centro della memoria - e sottosezioni del lobo frontale, in particolare una regione chiamata "corteccia frontale inferiore", che è nelle zone più basse del lobo frontale, cioè più vicino al vostro mento che al vostro cocuzzolo.


Battere il piede su una musica, per davvero o solo mentalmente, chiama in causa i circuiti per il timing che si trovano nel cervelletto. Eseguire una musica - indipendentemente dallo strumento che suonate, o che cantiate o che dirigiate - coinvolge nuovamente i lobi frontali per la pianificazione del vostro comportamento, la corteccia motoria nella parte posteriore del lobo frontale appena sotto al vostro cocuzzolo, e anche la corteccia sensoriale che vi fornisce il feedback tattile di aver premuto il tasto giusto sullo strumento, o mosso la bacchetta dove intendevate.

Leggere la musica coinvolge la corteccia visiva, situata nel lobo occipitale, nella parte posteriore della vostra testa. Ascoltare o ricordare i testi chiama in causa i centri del linguaggio, comprese l'area di Broca e di Wernicke, oltre ad altri centri nei lobi frontale e temporale.


A un livello più profondo, le emozioni che sperimentiamo in risposta alla musica coinvolgono strutture al centro delle regioni primitive del verme cerebellare e l'amigdala - il cuore dell'elaborazione emotiva nella corteccia. In questo breve riassunto spicca l'idea di "specificità regionale", ma vale anche un principio complementare: quello della distribuzione delle funzioni.


Il cervello è un congegno che opera in parallelo, con operazioni distribuite un po' dappertutto. Non esiste un unico centro del linguaggio, né un singolo centro della musica. Piuttosto, ci sono regioni che svolgono operazioni componenziali e altre che coordinano la riunione di queste informazioni.


Infine, solo di recente abbiamo scoperto che il cervello ha una capacità di riorganizzazione nettamente superiore a quanto pensassimo. Questa abilità è detta neuroplasticità e, in certi casi, suggerisce che la specificità regionale possa essere temporanea, visto che i centri di elaborazione di importanti funzioni mentali si spostano in altre regioni dopo un trauma o un danno cerebrale.


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Fonte: Daniel J. Levitin - Fatti di Musica


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